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Corporate sustainability - Enel, un modello da seguire

A livello internazionale, da moltissimi anni, l’argomento “ambiente” è sui tavoli di tutti gli incontri dei giganti: G8, G20, ONU, FMI, BM, e molti altri. Numerosi accordi sono stati raggiunti e firmati, ma, nonostante ciò, il problema persiste e sta diventando sempre più preoccupante.

Il problema risiede nelle radici: il cambiamento climatico è una questione globale, e fino al momento in cui ogni singola nazione su questa terra non si impegnerà per contrastarlo, allora tutti gli sforzi saranno (pressoché) vani.

Un fatto interessante da analizzare, però è che sembra che invece i provvedimenti e i cambiamenti a livello aziendale siano più facili sia da attuare, sia da implementare.


 

Cos’è la “corporate sustainability”?


La maggiore libertà decisionale e finanziaria per ciò che riguarda la distribuzione di fondi/investimenti sembrano essere le chiavi vincenti dei progetti di chi è riuscito a promuovere forme di “corporate sustainability”. Questo termine è stato definito dalla Commissione Europea (I) come: "l'integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate” .

La responsabilità sociale delle imprese riguarda gli interventi che mettono in atto al di là dei loro obblighi giuridici nei confronti della società e dell'ambiente.



 

Chi sono gli attori-modello di questa responsabilità nei confronti dell’ambiente?


Interessante è la classifica “Global 100” (II), pubblicata ogni anno dalla rivista Corporate Knights, che racchiude le 100 aziende considerate più sostenibili. Questi attori sicuramente non hanno il potere di risolvere tutti i problemi che riguardano il cambiamento climatico; possono però fare passi in avanti e diventare un modello da seguire, diffondere la cultura della corporate sustainability ed essere il punto di partenza per un cambiamento più vasto e comprensivo.


Analizzando la classifica, si nota che la prima azienda italiana, all’ottavo posto, è Enel SpA (III).


Come si impegna Enel per la lotta contro il cambiamento climatico e la protezione dell’ambiente?

Andiamo a scoprirlo.

Innanzitutto, il colosso italiano ha sviluppato un modello di business allineato agli obiettivi dell’Accordo di Parigi e al raggiungimento della decarbonizzazione del proprio mix energetico entro il 2050 (per decarbonizzazione si intende il processo di cambiamento del rapporto carbonio-idrogeno nelle fonti di energia).

Nel Piano Strategico 2020-2022 Enel si è impegnata nella: decarbonizzazione della produzione e del consumo, perseguendo, nel contempo, l’elettrificazione degli utilizzi finali per far fronte ai cambiamenti climatici e garantire energia pulita e accessibile.

I fattori abilitanti per decarbonizzazione ed elettrificazione sono le infrastrutture e le reti, nonché gli ecosistemi e le piattaforme; a tale scopo, nel prossimo triennio sono previsti investimenti per 14,4 miliardi di euro, la maggior parte dei quali riguarda una maggiore capacità energetica rinnovabile, con una crescita media annua pari a 4,7 GW, per un totale di 14,1 GW. Ciò porterà la percentuale delle rinnovabili, in termini di capacità installata complessiva, al 60% entro il 2022. Inoltre, in parallelo è prevista una riduzione della produzione da carbone di circa il 74% nel 2022 rispetto al 2018.


Inoltre, a settembre 2019 Enel ha annunciato il nuovo obiettivo di riduzione del 70% delle emissioni dirette di gas serra per kWheq entro il 2030, rispetto al 2017. A conferma del costante impegno in materia, nel 2019 è proseguito il trend di riduzione delle emissioni di CO2, che ha consentito a Enel di raggiungere con un anno di anticipo l’obiettivo certificato di 350 g/kWheq al 2020 fissato nel 2015.



Per ciò che riguarda invece le azioni volte a garantire una sempre maggiore trasparenza nelle comunicazioni e nelle relazioni con i propri stakeholder, Enel rendiconta periodicamente le proprie attività in materia di Corporate Sustainability, in linea con gli standard internazionali del GRI (IV) (Global Reporting Initiative), e si è pubblicamente impegnata ad adottare le raccomandazioni della Task force on Climate-related Financial Disclosures (V) (TCFD) del Financial Stability Board, che a giugno 2017 ha pubblicato specifiche raccomandazioni sulla rendicontazione volontaria dell’impatto finanziario dei rischi climatici. Il Gruppo ha anche integrato le “Guidelines on reporting climate-related information” pubblicate dalla Commissione europea a giugno 2019, e tenuto in considerazione i risultati del primo lavoro svolto dall’European Lab Project Task Force on Climate-related Reporting (VI) (PTF-CRR) che raccoglie le buone pratiche in materia.


 

Un trampolino di lancio


Facile dunque intuire il motivo per cui Enel spicchi nella classifica delle aziende più sostenibili a livello internazionale: un piano olistico che prevede miglioramenti e cambiamenti ad ogni livello, raggiungendo, in certi casi anche con ampio anticipo, gli obiettivi stabiliti da alcuni accordi a livello internazionale. Certamente le aziende come Enel, hanno maggiori libertà e flessibilità a livello decisionale e finanziario rispetto ai Governi nazionali nell’intraprendere iniziative volte a contrastare il cambiamento climatico.

E’ auspicabile che anche molte altre aziende seguano l’esempio di Enel e delle altre società virtuose che compaiono nella “Global 100”.

Inoltre, è importante sottolineare come Enel abbia creato e sviluppato questo modello di sostenibilità durante il corso di diversi anni, e muovendo da critiche che erano state mosse contro il colosso italiano per l’utilizzo eccessivo di carbone e per il fatto che importassero tale materiale da regioni, come quella del Cesar, Colombia, colpite da guerre civili e azioni paramilitari.

Il cambiamento spesso parte dalle piccole cose, richiede tempo e impegno, e la creazione di modelli da seguire fa sperare che, un giorno non troppo lontano, queste trasformazioni volte a contrastare il cambiamento climatico possano avvenire su larga scala, e che un giorno ogni stato possa perseguire obiettivi comuni.


 

Referenze

(IV) Global Reporting Standards - https://www.globalreporting.org/standards/

(V) Task Force on Climate-related Financial Disclosures - https://www.fsb-tcfd.org/

(VI) European Lab - http://efrag.org/




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