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Immagine del redattoreNicola Farina

I “paradisi fiscali” europei e la sanità privata lombarda

Aggiornamento: 15 giu 2020

Nel contesto europeo e italiano in queste settimane si è fortemente dibattuto sul Recovery Fund e sul MES. Questo confronto politico però non affronta un passo fondamentale verso l’integrazione europea ed una maggiore solidarietà e responsabilità fra stati membri: l’unione fiscale. È evidente come nell’Unione Europea vi siano forti disparità fiscali. Questo condiziona le strategie di multinazionali - europee e non - nel continente con conseguenze negative sul fisco e sui servizi pubblici. Quali sono quindi i vantaggi di questi paradisi fiscali a “casa nostra”? In questo contesto cosa c’entra la sanità privata lombarda?


Dove e con quali vantaggi

Il sogno europeo nasce da una volontà di convergenza politica, sociale ed economica fra paesi. Nei decenni la convergenza economica fra paesi membri è aumentata dal lato monetario tramite la creazione di politiche monetarie condivise e della Banca Centrale Europea. La convergenza fiscale [i] invece, questione più vicina ai cittadini e più delicata date grandi differenze in materia di tassazione, non è stata affrontata per molti anni. Ora emerge come priorità.


Disparità fiscali all’interno di una unione monetaria portano vantaggi per chi ha tassazioni minori ma svantaggi per gli stati che, come Italia e Francia, hanno tassazioni più alte. Le tasse sulle multinazionali con sede fiscale fuori dall’Italia vanno a vantaggio di altri cittadini. Quindi vi è una doppia esternalità negativa. Lo stato da un lato non riceve le tasse e ha meno risorse per i servizi pubblici, fra cui rientra anche il sistema di welfare per i lavoratori della azienda stessa, dall’altro “deve” aiutare economicamente l’azienda perché una sua crisi causerebbe ripercussioni elevate su tutto l’indotto di fornitori.


Oxfam: lista dei paradisi fiscali

A livello globale, il 40% dei profitti delle multinazionali va in paradisi fiscali. In Italia è quantificato in 23 miliardi di euro ogni anno. Ciò genera una perdita per il Fisco italiano di 7.3 miliardi, di cui 6.5 all’interno dell’Unione Europea [ii]. Anche se non riconosciuti ufficialmente [iii] come paradisi fiscali dall’Unione Europea stessa, è evidente che vi siano anche all’interno del vecchio continente regimi fiscali più favorevoli come: Irlanda, Malta, Cipro, Lussemburgo e Olanda. Quest’ultima in particolare offre numerosi vantaggi: una tassazione [iv] estremamente ridotta con l’azzeramento delle ritenute su royalty e interessi, trattati fiscali che evitano la doppia tassazione in stati differenti, benefici sui dividendi e plusvalenze di capitale ed infine tassazione più agevole.


La sanità privata lombarda

Molte aziende italiane hanno trasferito la loro sede fiscale in Olanda per usufruire di queste agevolazioni, fra queste vi sono anche aziende della sanità privata. In Lombardia, la sanità lombarda è stata dal 2001 privatizzata ed equiparata al servizio sanitario pubblico. Le riforme [v] adottate dai governatori Formigoni e Maroni hanno portato gli ospedali pubblici ad essere in un “quasi-mercato”, un sistema competitivo pubblico-privato per ottenere pazienti, prestazioni e quindi fondi e budget.


La deregolamentazione della sanità lombarda ha portato i gruppi ospedalieri privati a ricevere più fondi rispetto agli ospedali pubblici, a parità di numero di pazienti. Ciò è avvenuto tramite una cherry-picking strategy, in cui i privati scelgono le prestazioni sanitarie che intendono offrire privilegiando quelle con remunerazioni pubbliche più alte e complessità organizzative minori: ad esempio l’oncologia. Così gli oneri dei casi clinici poco redditizi diventano responsabilità del sistema sanitario pubblico, mentre i profitti vanno a quello privato. I gruppi ospedalieri lombardi riportano utili fra il 10 e il 15%, quindi margini su risorse pubbliche. I loro corrispondenti tedeschi riportano invece utili del 7%. In Germania, come in Veneto, è l’autorità pubblica che decide la programmazione sanitaria nel rapporto pubblico-privato, evitando il cherry-picking.


Fra i gruppi ospedalieri privati lombardi vi è l’Humanitas S.p.A., di proprietà di holding olandesi. Nel 2018 il gruppo ha fatturato quasi 1 miliardo di euro e distribuito dividendi [vi] agli azionisti per 80 milioni nel periodo. Se come dichiarato a Report, Humanitas paga le tasse in Italia, i dividendi finiscono, almeno in parte, in società olandesi, dove gli azionisti non pagano tasse su queste entrate. Quindi senza che i dividendi siano tassati in Italia, i guadagni approdano in Olanda. Con l’avvento del coronavirus, alla sanità privata lombarda è stato chiesto di aiutare il sistema pubblico sanitario. Gli utili dell’emergenza Covid-19 in che Stato e regime fiscale finiranno?

Fonte: Report

Conclusione

In Italia, si registra ogni anno una perdita di gettito fiscale di oltre 7 miliardi di euro a causa di paradisi fiscali interni all’Unione Europea stessa. Risorse che potrebbero potenziare il sistema sanitario pubblico, cosi fortemente messo in crisi dall’avvento del Coronavirus e invece vanno a vantaggio degli azionisti.


Minore gettito fiscale corrisponde a minori servizi sociali, meno welfare, meno posti letto in ospedale, meno terapie intensive, meno tamponi, meno medici e infermieri, meno mascherine, meno risorse per la ricerca. La salute è un diritto inalienabile. La sua qualità non dovrebbe dipendere dalle mancate entrate sui dividendi distribuiti agli azionisti, soprattutto da società ospedaliere private. In attesa dell’unione fiscale europea, o politiche con obiettivi simili, il trasferimento della sede fiscale di una società in paradisi fiscali europei resta lecito, resta da chiedersi se sia anche etico.


Referenze


[i] Hoeller, Peter, M. Louppe and P. Vergriete (1996), " Fiscal Relations within the European Union ", OECD Economics Department Working Papers, No. 163, OECD Publishing.

[ii] Tørsløv, Wier and Zucman (2019). The Missing Profits of Nations.

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