top of page

Il crimine del terricidio

Aggiornamento: 27 mag 2020

Un silenzio sordo sovrasta la storia del popolo Mapuche ed in particolar modo la lotta che li vede impegnati nel recupero delle loro terre ancestrali nelle mani di numerose aziende d’allevamento tra cui l’italiana Benetton.


Così Report, il noto format condotto dall’ormai famoso Sigfrido Ranucci, nella puntata del 13 Aprile scorso dal titolo ‘Madre Terra’ mette in luce questo conflitto così poco diffuso ma raccapricciante.


Una vicenda a noi più vicina di quanto sembri, una storia che lega le origini del sagace scrittore Luis Sepùlveda tanto compianto in questi tristi giorni, il popolo Mapuche e la famiglia Benetton.


Siamo in Patagonia, la compagnia Benetton acquista nel 1991 un appezzamento di terra imbarazzante per la sua estensione: Tierras De Sur Argentino, un’area che si estende per ben 924mila ettari (il doppio del territorio del Molise, tanto per focalizzarne visivamente lo spazio) così i Benetton diventano i più grandi latifondisti di quel paese. L’area interessata non sembra esser destinata unicamente al pascolo delle pecore per la produzione della lana per i capi di abbigliamento della medesima azienda, ma concernerebbe il controllo delle risorse idriche nonché delle diverse materie prime presenti nel terreno.


Continua pertanto l’espropriazione del popolo Mapuche dalle terre da loro abitate, già iniziata con la vendita della Patagonia nel 1996.

Difatti questo popolo dichiara di vivere in terra argentina ancora prima dell’Once de Octubre, quindi della scoperta dell’America da Parte di Cristoforo Colombo. Nondimeno sono state portate alla luce testimonianze della loro presenza già ai tempi dell’Impero Inca, i quali non riuscirono ad assoggettarli sotto il loro dominio. Resistettero ai coinquistadores ma sfortunatamente furono soggiogati dai coloni cileni ed argentini durante la famosa ‘conquista del deserto’ (1875). Un popolo costretto a vivere nascondendo le proprie origini a causa delle discriminazioni, ispanizzando i propri cognomi, in estreme condizioni di vita nelle periferie delle nuove città, costretti all’emarginazione, relegati a popolo fantasma e reietto, ma la nuova e fervida generazione acquisendo consapevolezza dei soprusi, ha alzato la sua voce invocando i loro diritti oppressi.




(IV)


Dove affondano le radici di questa grande considerazione della terra per i Mapuche? Perché questo popolo nel Natale del 2019 occupa o si riappropria (?) nel Nord Est della provincia di Chubut, comune El Maitén un appezzamento di terra (proprietà gruppo Benetton) rivendicandolo come inizio del processo di recupero territoriale?


Lo possiamo rilevare dal significato del loro stesso nome, ‘popolo della Terra’.

Essa è identità, dignità, luogo sacro e dimora dei loro antenati. La loro cultura incarna il puro ideale di una vita in armonia con la natura, della “preservazione dell’equilibrio che c’è tra benessere dei popoli e gli ecosistemi in cui vivono, reciprocità di una nuova umanità che si nutre della vitalità dell’ecosistema anziché distruggerlo. Il terricidio è un crimine ed oggi non è ancora riconosciuto come tale, la nostra battaglia è renderlo un reato penale giuridico” (I)


Quanto ci risulta più attuale in questo momento?


Una protesta di natura etica e climatica che coinvolge numerosi esponenti tra cui il filosofo Massimo Venturi Ferriolo, professore di Filosofia Morale ed Estetica presso il Politecnico di Milano. Successivamente alle sue dimissioni presentate all’azienda Benetton, scriverà una lettera in cui afferma che:

un luogo non è una merce, ha la sua storia e, anche se acquistato col denaro, appartiene a chi lo abita nel tempo e nello spazio e non può essere sottratto con il suo commercio agli abitanti secolari, come è avvenuto” (II)


Continua


“una storia esemplare di tante che hanno afflitto i popoli originari del Sudamerica, veri difensori della natura senza i falsi miti sullo sviluppo sostenibile neoliberista,[…] distruggendoli, come sta avvenendo anche in Amazzonia, non facciamo altro che annientare noi stessi con il pianeta in cui viviamo”. (II)


Anche il premio Nobel per la Pace Adolfo Pere Esquivel, lancia un appello alla compagnia Benetton. La necessità di un gesto di solidarietà per il popolo Mapuche poiché nonostante l’articolo 17 della Costituzione argentina dichiari la salvaguardia dei popoli originari, questo sembra essere un diritto puramente cartaceo. Un'inconsapevolezza o una negligenza a cui dovrebbe esser sottolineata in quanto nessuna discriminazione è lecita, nei riguardi di nessun popolo in particolar modo quando in questo mondo non sembra esser contemplata la possibilità di una conciliazione dualistica tra economia ed umanità.




Referenze



I. Moira Ivana Millàn, attivista argentina e portavoce del popolo Mapuche. https://www.raiplay.it/video/2020/04/madre-terra---report-13042020-ea734ad1-f193-4f0c-9ea8-5bfa6a4f8c62.html



III. Foto in copertina: Luis Sepùlveda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, Salani, 2017.


IV. Foto: https://m.facebook.com/BenettonMalta/photos/a.317322272020331/714310395654848/?type=3



158 visualizzazioni0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Comments


bottom of page