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Istruzione superiore: cosa può fare Mario Draghi per i giovani?

Takeaways:

I. L'Italia soffre di assenza di mobilità sociale e di una bassa percentuale di laureati. Dato il ruolo cruciale dell'istruzione nel determinare il grado di opportunità, mobilità e produttività di una società, è necessario potenziare l'offerta e il finanziamento pubblico dell'istruzione superiore da parte del governo per favorire equità nel tessuto sociale italiano.

II. Il tasso di occupazione dei neolaureati è ancora troppo basso (64%) e crea una dannosa fuga di cervelli verso altri paesi. È di fondamentale importanza che gli investimenti nell'istruzione superiore, vengano affiancati da politiche che favoriscano l'inserimento di giovani laureati altamente qualificati nel mercato del lavoro italiano.

III. Pari opportunità: il divario educativo tra il Sud e il Nord è ancora severo. Sono necessarie politiche che aumentino gli investimenti nel Sud per garantire pari opportunità sul territorio italiano.


Cosa può fare il nostro Primo Ministro Mario Draghi per favorire la crescita dei giovani in un paese che risulta sempre meno favorevole alla formazione e lo sviluppo delle nuove leve? In questo articolo cercheremo di analizzare il quadro generale del ruolo del governo Italiano nel fornire e finanziare l'istruzione superiore. Nello specifico, cercheremo di capire se le azioni a favore del sostegno all'istruzione superiore pubblica siano efficienti ed eque per la società nel suo complesso. Partendo da un punto di vista più ampio, nel nostro mondo attuale, l'educazione risulta essere un tema sempre più discusso nella maggior parte delle trasmissioni politiche a causa della crescente rilevanza di questo argomento nella nostra società moderna. Man mano che la tecnologia, e la società stessa, si sviluppano negli anni, l'educazione diventa lo strumento principale per stare al passo con i tempi, specialmente se consideriamo l'educazione superiore. Nonostante le varie misure adottate in molte nazioni per promuovere il settore dell'istruzione, ci sono ancora alcuni paesi in cui questi sforzi sono stati fatti nella direzione opposta: portando ad un forte taglio sulle spese per l'istruzione superiore pubblica. La situazione italiana è l'esempio perfetto di tale fenomeno.


L'Italia è da sempre nota per l'ottimo cibo, il clima, ed un'enorme quantità di cultura e monumenti. Il nostro paese è infatti spesso indicato come "Il Bel Paese". Tuttavia, se spostiamo la nostra attenzione sull’attuale situazione economica e politica, possiamo vedere chiaramente come la parola “Bel” non corrisponde alla realtà dei fatti. In particolare, nel campo dell'istruzione, confrontando l'Italia con il resto dell'UE, notiamo come questo paese sia fortemente sottoperformante in ogni indicatore rilevante (fatta eccezione dell'educazione della prima infanzia). Indicatori cruciali come il tasso di occupazione dei laureati rimangono ancora molto indietro rispetto alla media dell’UE. Nel lungo periodo, questo potrebbe portare a ripercussioni negative nel tessuto sociale della nazione e ad un aumento dei cosiddetti “cervelli in fuga”, incrementando così la perdita per il paese di giovani italiani altamente qualificati.


Inoltre, per quanto riguarda l'istruzione superiore, un'altra preoccupazione è il crescente divario tra la percentuale di laureati italiani ed europei. Nello specifico, per quanto riguarda il numero di persone con almeno una laurea di primo livello, l'Italia risulta essere sotto la media europea di quasi il 13%: in Italia solo ⅕ degli adulti (20,1%) la ottiene mentre nell’UE ben 32,8% in media. In uno dei principali attori europei come l’Italia, un livello così basso d’istruzione superiore risulta essere fortemente dannoso per lo sviluppo del capitale umano nel lungo periodo.


Un'altra variabile rilevante che deve essere presa in considerazione è il livello di spesa pubblica per il settore dell'istruzione. Tale informazione è fondamentale per capire la direzione e gli obiettivi di lungo termine degli ultimi governi italiani in materia di istruzione e sviluppo del capitale umano. Dai dati della Banca Mondiale (Figura 1) si nota chiaramente come, negli ultimi vent'anni, questa spesa pubblica sia diminuita costantemente nel tempo. Infatti, nell'ultimo decennio, la maggior parte dei governi ha ridotto significativamente la spesa per l'istruzione per favorire altri settori. Oggi, le spese per l'istruzione in Italia sono tra le più basse dell'UE. Questo tipo di politiche, in un paese in cui il settore dell'istruzione sembra essere già sottoperformante, non risulta ottimale e, a lungo andare, di certo non porterà ad un futuro così roseo.


Figura 1: Spesa italiana per l'istruzione 2000-2021 (Fonte: Banca Mondiale, MacroTrends, 2021)


Prima di passare ad analizzare le possibili politiche pubbliche che il governo italiano potrebbe applicare, è importante sottolineare un altro problema della società italiana: l'assenza di mobilità sociale. L'istruzione è oggi uno dei pochi strumenti a disposizione delle persone più povere per incrementare le possibilità di ottenere un lavoro ben retribuito ed accrescere il loro status sociale. In un paese che però mostra un trend negativo di investimenti pubblici nel settore dell'istruzione, la mobilità sociale non aumenterà, almeno nel futuro prossimo.


Non considerando l’opzione di continuare il taglio della spesa pubblica per l’istruzione, al governo restano due possibilità:


1) perseguire politiche per rafforzare da un lato l’offerta della pubblica istruzione (gratuita) e dall’altro, gli investimenti nel settore dell’istruzione privata. In particolare, la "ratio" di aumentare gli investimenti si pone le proprie basi sul concetto di uguaglianza di opportunità. In un paese in cui la mobilità sociale è una delle più basse dell'UE, l'istruzione superiore può essere vista come uno strumento importante per migliorare lo status dei cittadini e aumentare la mobilità tra le classi. Pertanto, gli investimenti pubblici in questo campo potrebbero essere cruciali per lo sviluppo del tessuto sociale. Assicurare pari opportunità è una necessità politica ma soprattutto morale. Una Repubblica democratica dovrebbe garantire uguali punti di partenza a tutti i cittadini e l’aumento della spesa per l’istruzione può essere un buon punto di partenza. In aggiunta, molteplici studi come Peragine et al. (2007) hanno trovato come la disuguaglianza di opportunità sia più forte quando si tiene conto del background delle famiglie sul rendimento scolastico. Per favorire l'equità nella società italiana, un facile accesso all'istruzione superiore pubblica di alta qualità dovrebbe essere garantito ad ogni cittadino.

2) Una seconda opzione che il governo italiano potrebbe seguire è quella dell’introduzione di politiche per mantenere costante la spesa per l’istruzione nei prossimi anni. Questa opzione si affiderebbe ai risultati di Bratti et al. (2008): investire nell'istruzione superiore ha un effetto limitato sulla riduzione delle disuguaglianze in quanto ha un impatto sull'iscrizione all'università ma non sul conseguimento del titolo finale. Mantenendo costante la spesa, il governo fermerebbe finalmente il continuo calo dei fondi per l'istruzione superiore ma, allo stesso tempo, non aumenterebbe i finanziamenti in qualcosa che potrebbe avere un effetto limitato.


Prendendo in considerazione gli obiettivi del governo di promuovere l'efficienza e l'equità nell’attuale società, crediamo che il governo italiano debba seriamente riflettere sull'idea di aumentare gli investimenti nel campo dell'istruzione, in particolare nel Sud che risulta ancora molto indietro rispetto al Nord del paese. Dal punto di vista dell'efficienza, tali investimenti favorirebbero la crescita del capitale umano, aumentando la produttività complessiva del paese. Tuttavia, è di cruciale importanza che, nel frattempo, il governo affronti la questione dei giovani italiani in fuga dal paese aumentando l'incentivo ad assumerli nel mercato del lavoro. Senza tali misure, l'investimento nell'istruzione potrebbe risultare completamente inefficiente in quanto, porterebbe ad una perdita di risorse su persone che sfrutteranno le loro conoscenze all'estero. Prendendo invece in considerazione le pari opportunità, abbiamo precedentemente spiegato come l'Italia sia un paese con una delle più basse mobilità sociali dell'UE. L'istruzione superiore gioca un ruolo cruciale nel diminuire le disuguaglianze nella società e nell'aumentare la mobilità sociale. Proprio per questo crediamo fortemente che aumentare gli investimenti pubblici e garantire un sistema educativo di alta qualità nelle università pubbliche sia il modo principale per il governo di garantire pari opportunità ai suoi cittadini.



Referenze:

Paper Scientifici

1. Bratti, Massimiliano, Chiara Broccolini, Stefano Staffolani (2010). Higher Education Reform, Student Time Allocation and Academic Performance in Italy: Evidence from a Faculty of Economics. The Journal of the Italian Economic Association, 2/2010, pp. 275-304.

2. Bratti, Massimiliano, Daniele Checchi, Guido De Blasio (2008). Does the Expansion of Higher Education Increase the Equality of Educational Opportunities? Evidence from Italy. Journal compilation CEIS, Fondazione Giacomo Brodolini and Blackwell Publishing Ltd.

3. Peragine, Vito, Laura Serlenga (2007). Higher education and equality of opportunity in Italy. IZA Discussion Papers, No. 3163, Institute for the Study of Labor (IZA), Bonn.


Altre Fonti

a. https://op.europa.eu/webpub/eac/education-and-training-monitor-2020/countries/italy.html

b. https://www.repubblica.it/cronaca/2021/10/08/news/istat_in_italia_20_1_di_laureati_contro_il_32_8_dell_europa-321370068/

c. https://www.istat.it/it/archivio/259060

d. https://www.macrotrends.net/countries/ITA/italy/education-spending

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