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Immagine del redattoreFrancesca R. Moretti

La pandemia delle mafie: il guadagno delle organizzazioni criminali mentre il mondo soffriva

Il Covid19, la sua diffusione e le misure restrittive messe in atto da diversi paesi, l’Italia primo fra tutti, ha obbligato quasi tutte le categorie lavorative ed imprenditoriali ad adattarsi ad un nuovo modo di produrre ricchezza e servizi.

Tra smartworking e distanziamento sociale tutte le attività hanno cercato di continuare, o riprendere, il proprio lavoro con modalità diverse da quelle a cui erano abituate fino a pochi mesi fa, e non fa eccezione la criminalità organizzata, che nel periodo più buio della pandemia, il lockdown, è riuscita a far continuare i suoi traffici senza problemi, adattandosi ai cambiamenti di stile di vita e di consumo delle realtà di suo interesse.


Non è bastato l’obbligo di chiudersi in casa per fermare lo spaccio, ad esempio, che ha continuato a vivere tra consegne a domicilio, come se si parlasse di pizza, e scambi rapidi nei supermercati, magari tra le corsie vuote di guanti in lattice e lievito di birra.

E sempre a domicilio erano forniti servizi di assistenza, perlopiù denaro e generi alimentari, alle famiglie rimaste senza reddito, un tentativo della criminalità organizzata di sostituirsi ancora una volta allo Stato, spesso arrivato tardi con le misure ditutela per chi si è trovato economicamente colpito dalla pandemia Altro settore redditizio per le organizzazioni criminali sono stati i siti di scommesse online(I), davvero la versione online delle sale giochi diffusissime nelle nostre città e spesso gestite dalla malavita organizzata come punto di partenza per il riciclaggio di denaro dalla provenienza illecita..


Il mercato internazionale della droga, i trasporti di sostanze stupefacenti tra Sudamerica e vecchio continente, sono continuati durante tutta la strana primavera di questo 2020; mentre l’Europa si chiudeva in casa e attendeva giorni migliori carichi di droghe, principalmente cocaina, solcavano l’Atlantico senza problemi, tanto da generare malumori tra Europol e polizie nazionali, troppo impegnate con i problemi domestici per far fronte in modo proficuo al sempre vivo mercato della droga. (II)

Amburgo, Rotterdam ma soprattutto Anversa i porti principalmente usati per l’attracco dei carichi, con la città Belga oggetti di una importante operazione di polizia il 23 aprile. (III)

Meno di un mese prima, il 28 Marzo, arrivava la notizia di un altro importante colpo inflitto al narcotraffico, col sequestro di 537 chili di cocaina sepolti in un campo di limoni a Gioia Tauro. Lì erano stati depositati dalla Ndrangheta in attesa della fine del Lockdown e del trasporto verso il nord Europa, dove sarebbe stata commercializzata. (IV)


La preoccupazione più grande, però, viene dal dopo Covid.

Se la chiusura non ha frenato le organizzazioni criminali la riapertura fa ancora peggio, alimentando gli appetiti di mafie piccole e grandi sparse su tutto il territorio nazionale.

Lo scenario economico, infatti, è paragonabile a quello di un dopoguerra, una situazione in cui c’è molto da ricostruire, ci sono povertà e disagio sociale e vi è uno Stato non sempre in grado di far fronte a tutte le esigenze.

Qui la criminalità organizzata ha terreno fertile su molti fronti, e le preoccupazioni nascono dall’altro, come detto dal procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho(V), sentito dalla commissione parlamentare competente.


A preoccupare sono diversi campi e anche il rapporto tra contrasto alla criminalità organizzata e incentivi alle imprese per la ripartenza.

Non solo i grandi appalti, a cominciare da quelli riguardanti la sanità pubblica, che messa a dura prova dalla pandemia può essere preda facile di interessi illeciti, ma anche situazioni più comuni.

L’aiuto a piccoli commercianti tramite prestiti usurai, l’acquisto di locali commerciali costretti alla chiusura dopo il periodo di lockdown, spesso locali che vengono poi impiegati per il riciclo di denaro sporco, tutte situazioni poco controllabili dallo Stato e dove le organizzazioni criminali possono facilmente inserirsi.


Le semplificazioni, la riduzione dei controlli in favore della ripresa (VI) di attività imprenditoriali da molti definita la miglior ricetta possibile per aiutare commercianti e imprenditori, lascia molte perplessità in chi si occupa di contrasto alle mafie, non essendo a priori possibile sapere chi e come userà tanto la liquidità che si spera di immettere nel sistema quanto gli sgravi, fiscali e di controllo, che sono allo studio del Governo e del Parlamento.


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