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Lezioni di disuguaglianza


Il principio di uguaglianza formale e sostanziale è sancito dalla nostra carta costituzionale nell’articolo 3 ed è valido anche e soprattutto riguardo la formazione scolastica. L’articolo 34 della stessa infatti recita che “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita”. Il termine “aperta” ha un significato più ampio ed importante di quello che a prima vista potrebbe sembrare un sinonimo di “accessibile”.

“Aperta a tutti” racchiude in sé il concetto di pari formazione, pari opportunità, pari crescita formativa e intellettuale ed infine di pari capacità di districarsi nella vita futura e nel mondo del lavoro.

Purtroppo, allo stato attuale delle cose il principio costituzionale recepito dal sistema scolastico italiano è quello di “accessibile”.

In poche parole, abbiamo una scuola che materialmente è accessibile a tutti ma non fornisce agli studenti e alle studentesse della penisola la stessa formazione e quindi la stessa uguaglianza sostanziale.


I dati che avvalorano questa tesi provengono dai risultati del test INVALSI(i)(Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione).

Questi famigerati e temuti test sono stati istituiti per la prima volta nell’anno scolastico 2005-2006 ed hanno il compito di verificare l’omogeneità ed il grado di preparazione degli studenti arrivati a un certo punto del percorso scolastico. (ii)

Questo è possibile attraverso un test unico ed identico a livello nazionale per tutti gli studenti di un certo anno (seconda e quinta elementare, terza media, seconda e quinta superiore).

Le materie di analisi sono la lingua italiana, la matematica e la lingua inglese.

Attraverso i dati provenienti dal rapporto INVALSI 2019 è possibile notare come gli studenti meridionali ed isolani per le tre materie sotto lente di ingrandimento presentino mediamente competenze inferiori rispetto ai compagni formati in altre parti dello stivale.


Come mostrato dall’immagine qui sopra(iii), i bambini del secondo anno delle elementari hanno un livello nella preparazione matematica pressoché identico in tutta la penisola. I divari iniziano a diventare più marcati via via che il percorso formativo avanza, creando la classica forbice che vede il Nord virtuoso, il Centro nella media ed il Sud e le Isole come fanalino di coda.

Questi dati evidenziano come sia la scuola la causa di queste disparità e non, come sarebbe lecito pensare, il grado di istruzione della famiglia. I bambini partono con le stesse capacità; è la scuola che a poco a poco crea le differenze che possono significare alla lunga minori competenze e quindi minori opportunità di lavoro.




Le immagini (iv) mostrano i risultati dei test nel 13° grado (quinta superiore) nell’italiano e nel listening inglese. Qui le differenze territoriali foraggiate da 13 anni di disuguaglianza mostrano gli effetti su studenti prossimi alla maturità. È emblematico soprattutto notare come nella lingua inglese le differenze siano macroscopiche. Sud e Isole hanno il minor numero di studenti che raggiungono una preparazione di livello B2 ed il numero più elevato di studenti che non raggiungono nemmeno il livello B1.

Infine occorre notare come il Sud e le Isole abbiano il tasso maggiore di disuguaglianza all’interno degli stessi territori. Osservando l’immagine sotto è possibile notare come esse presentino la percentuale più alta di varianza di risultati tra le scuole. Ciò significa che negli stessi territori, anche nella stessa città ci sono scuole che formano i ragazzi e le ragazze in maniera completamente diversa. Quindi il problema non è causato dal Sud in quanto tale. Le scuole del Sud formano mediamente peggio i loro studenti, ma all'interno di questo scenario come mosche bianche ci sono scuole riescono ad uniformarsi alla media nazionale o che addirittura competono con le migliori scuole del Nord.


Per terminare quindi, il Mezzogiorno forma i propri studenti in maniera peggiore e la formazione è profondamente diversa a seconda della scuola che si sceglie.

A 15 anni dal primo test INVALSI il sistema scolastico è profondamente cambiato, ma forse l’unica vera modifica che è necessario compiere è quella di ripensare al concetto di autonomia scolastica. Questo non per qualche implicazione ideologica votata al centralismo ma piuttosto su una riflessione semplicissima: è giusto che il luogo in cui cresci o la scuola che scegli di frequentare debbano condizionare la tua formazione e quasi sicuramente la tua vita?

REFERENZE

(iv)https://invalsi-areaprove.cineca.it/docs/2019/Rapporto_prove_INVALSI_2019.pdf#page=13

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