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Ninetta Bagarella e Mariangela di Trapani; storie di donne dentro la Mafia

Dopo aver parlato di donne contro la mafia (qui) oggi affrontiamo la situazione contraria, le storie di donne che nel contesto mafioso sono cresciute e hanno preso parte alle attività della criminalità organizzata. A differenza di quel che si potrebbe pensare, l’immagine di una mafia tutta al maschile in cui le donne curano la casa e basta, sono diversi i ruoli attribuiti al sesso femminile nei contesti di criminalità, alcuni più attivi, altri più passivi, in apparenza di secondo piano ma indubbiamente necessari per il proseguimento della storia delle diverse organizzazioni. (I) Non di poco conto è, infatti, il ruolo della donna come educatrice delle nuove generazioni. Le madri di mafia, mogli di boss, sono incaricate di formare fin da piccoli i bambini, di imprimere dentro di loro le basi della cultura in cui vivono e in cui saranno chiamati ad operare una volta cresciuti, proprio come accade nella maggior parte dei contesti umani e sociali. E quando interviene la giustizia, arrestando o portando alla latitanza i boss, sono le mogli a dover prendere parte in prima persona della gestione di quel che gli uomini lasciano dietro di sé, a cominciare dai patrimoni economici. Esempio di questo ruolo femminile è stata Antonietta Bagarella, detta Ninetta, moglie – ora vedova- di Totò Riina, il Capo dei Capi. (II) Ninetta Bagarella nasce a Corleone nel 1947, quinta di sei figli. A metà degli anni sessanta il padre Salvatore viene mandato al confino al nord per crimini di Mafia, mentre il fratello Calogero, amico d’infanzia di Bernardo Provenzano e dello stesso Totò Riina, si avvicina presto, già negli anni ’50, a Luciano Leggio, diventandone luogotenente. (III) Nel 1957 Calogero e Giuseppe, primogenito dei fratelli Bagarella, compiono l’omicidio di Ambrogio Micelli, allevatore, pretendente alla mano della sorella Maria, la più piccola. Dietro l’assassinio c’era proprio l’interesse verso la ragazza, considerato come un attentato al suo onore. Un’altra manifestazione di come la cultura e la società della criminalità organizzato permeino tutti i dettagli della vita dei suoi membri, donne comprese, anche in situazioni di apparente irrilevanza. Per Antonietta Bagarella l’amore ha l’aspetto di Totò Riina, con cui condivide tutto, vita familiare e vita di Mafia. La loro conoscenza risale all’infanzia di lei, agli anni ’50, quando Riina era già uomo della criminalità locale e lei poco più di una bambina. Non è poca la differenza di età tra i due, quattordici anni. Nonostante la situazione famigliare complessa, gestita dalla madre Lucia che lavorava in casa come parrucchiera, Ninetta Bagarella riesce a conseguire il diploma e inizia a lavorare come insegnante di italiano. Nel 1971 affronta il primo processo dovuto ai legami con il futuro capomafia Riina: le viene contestata una complicità per la quale si richiedono quattro anni di soggiorno obbligato al Nord, pena simile a quella affrontata dal padre nel corso del decennio precedente, ma l’accusa finirà nel nulla. La difesa della ragazza si incentra sull’amore che la lega all’imputato principale, un sentimento che va oltre e non guarda in faccia nessuno. "L'amore non guarda a certe cose... Io ho scelto di amare Totò Riina" dirà in un’intervista dello stesso anno. (IV) Durante la stessa intervista aggiunse "Mi sposerò in chiesa: non voglio fare come la Lucia di Alessandro Manzoni...”, ma il matrimonio con Totò Riina, celebrato nel 1974, si rivelò poi non valido, nonostante la portò a seguirlo nella latitanza. La relazione portò alla nascita di quattro figli, due femmine e due maschi, Giuseppe e Giovanni, i quali seguiranno la strada del padre (Giovanni Riina sta attualmente scontando la pena dell’ergastolo). (V) Nel 1993 la latitanza di Totò Riina finisce, viene arrestato il 17 gennaio, e anche la famiglia torna a vivere allo scoperto; Ninetta Bagarella ritorna a Corleone coi quattro figli, ormai tutti adolescenti, dove si stabilisce in modo definitivo. (VI) Dopo l’arresto di Riina la moglie del boss resta punto di riferimento dei Clan e si occupa di gestire il patrimonio di famiglia, uno degli altri compiti che spesso ricadono sulle donne di mafia; fare le veci degli uomini assenti. (VII) Altre donne, invece, hanno avuto ruoli più centrali nelle vicende della criminalità organizzata, ruoli di primo piano, paragonabili a quelli di molti uomini. Una di queste è Mariangela di Trapani, donna di Cosa Nostra. Mariangela di Trapani è figlia e moglie di Mafia. Il padre è Ciccio di Trapani, per anni latitante e lei con lui, tanto da guadagnarsi il soprannome di “Picciridda”, piccola, quella bambina che ha sofferto lo scappare, il nascondersi e l’interrompere gli studi per seguire la famiglia.(VIII) Il marito, invece, è Salvatore Madonia, assassino di Libero Grassi, arrestato a inizio anni ’90. (IX) Il matrimonio è celebrato quando lui è già agli arresti, e non in un giorno come tutti gli altri: Marianna di Trapani e Salvatore Madonia si sposano il 23 maggio 1992, il giorno della Strage di Capaci che uccise il giudice Giovanni Falcone, la moglie e la scorta. Quella sera una telefonata al Giornale di Sicilia dirà una frase da brividi: “E’ il regalo di nozze per Salvino Madonia”. (X) Dopo la carcerazione dell’uomo, contestuale a quella di altri parenti di Mariangela di Trapani, lei è il tramite tra il dentro e il fuori la galera. Gli ordini che partono dal carcere passano attraverso di lei, eludendo quel regime, il 41Bis, che dovrebbe impedire le comunicazioni tra dentro e fuori, inibendo il ruolo dei boss che la giustizia e lo Stato hanno condannato. (XI) Non sono però vietati i colloqui familiari, con i parenti più stretti, ed è qui che si inserisce il ruolo della donna, un ruolo che le costerà caro. (XII) Nel 2008 questo suo lavoro di intermediario la porta a processo, viene condannata a otto anni di reclusione e li sconta tutti, tornando in libertà solo nel 2016. Se da ragazzina Mariangela di Trapani è conosciuta come “’A picciridda”, una volta fuori dal carcere diventa “La Padrona”. (XIII) Il suo compito non è più quello di messaggera, non si limita a fare da contatto tra i detenuti e i sodali ancora in libertà. Mariangela di Trapani adesso è il capo, la donna a cui spetta la riorganizzazione di Cosa Nostra, il ritorno agli splendori di un tempo che, col passare degli anni, l’attività giudiziaria e investigativa aveva scalfito e ridimensionato. Secondo molti “ragiona come un uomo”, questo aumenta il suo prestigio nei clan e il suo potere ai vertici dell’organizzazione criminale. Da lei partono ordini, anche importanti e spietati, come l’omicidio di Giovanni Bonanno, reo, tra le altre cose, di aver messo in giro una voce secondo la quale il figlio della coppia di Trapani-Madonia fosse stato in realtà generato da un tradimento della donna. (XIV) L’attività di Mariangela di Trapani dura tuttavia poco: siamo a dicembre 2017 quando la giustizia torna a bussare alla sua porta nell’ambito dell’inchiesta “Telea”, che conta 25 indagati imputati per reati di diverso genere tra cui si annoverano; associazione mafiosa, estorsione consumata e tentata, danneggiamento, favoreggiamento personale, ricettazione, tutti con l’aggravante del metodo e finalità mafiosi. (XV) All’origine dell’indagine la denuncia di alcuni imprenditori che avevano deciso di non pagare il pizzo. È in questo frangente che il mondo oltre Cosa Nostra scopre il ruolo di comando della donna, per molti una novità. La prima parte del processo si è conclusa nel giugno del 2019 con 13 assoluzioni e 24 condanne, tra cui quella di Mariangela di Trapani a quattro anni di reclusione. (XVI)




Referenze

I http://www.salvisjuribus.it/studio-criminologico-sul-ruolo-della-donna-nella-mafia-tra-lombroso-teorie-sociologiche-della-devianza-e-vittimizzazione/ II https://it.wikipedia.org/wiki/Antonietta_Bagarella III https://it.wikipedia.org/wiki/Calogero_Bagarella IV https://www.archivioantimafia.org/interviste/intervistabagarella.pdf V https://it.wikipedia.org/wiki/Salvatore_Riina#Vita_privata VI https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/01/17/ninetta-ritorna-vivro-corleone-con-miei.html VII https://www.ilsussidiario.net/news/cronaca/2017/11/17/ninetta-bagarella-moglie-di-toto-riina-chi-e-la-donna-unita-al-boss-anche-nella-latitanza/793109/ VIII https://palermo.gds.it/articoli/cronaca/2017/12/05/i-vecchi-padrini-di-cosa-nostra-mariangela-si-sta-comportando-come-un-uomo-3bf60662-5d23-4596-94af-57f3fb391c06/ IX https://it.wikipedia.org/wiki/Libero_Grassi#L'assassinio X http://www.tusciaweb.eu/2017/12/guidava-il-clan-con-gli-ordini-che-il-marito-impartiva-dal-carcere/ XI https://www.siciliafan.it/una-donna-alla-guida-di-cosa-nostra-la-storia-di-mariangela-di-trapani/ XII https://www.ansa.it/canale_legalita_scuola/notizie/2017/12/05/da-giusi-a-mariangela-donne-boss-mafia_54d0d37f-3936-4b14-b696-85d659290504.html

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