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Immagine del redattoreFrancesca Cresta

Non torniamo alla normalità.

L’inquinamento dell’aria è uno dei più grandi pericoli ambientali in Europa, dove causa una diminuzione dell’aspettativa media di vita di circa 8 mesi. Nel 2016 71 mila morti in Europa sono state attribuite all’NO2 (I), uno degli ossidi di azoto, prodotti dalla combustione ed attribuibili principalmente al traffico veicolare; e 400 mila PM2.5, la frazione più fine del particolato e pertanto più pericolosa per l'uomo. Della popolazione europea, il 60% delle persone in paesi ad alto reddito e l’80% delle persone in quelli a medio-basso reddito sono esposti a quantità di particolato PM10 e PM2.5 superiori alle quantità indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS 2018) (II).


Le emissioni ai tempi del coronavirus


La recente pandemia ha portato ad una riduzione delle emissioni di CO2, di NO2 e di altre sostanze considerate nocive per la salute dell’uomo e dell’ambiente. Questo principalmente grazie alla diminuzione del traffico aereo ed in generale dei trasporti - responsabili per circa il 12% dell’inquinamento dell’aria (III) e naturalmente alla notevole diminuzione dell’attività industriale. Basta guardare la mappa resa disponibile dal Center for research on energy and clean air (Crea) di Helsinki per confrontare i livelli di biossido di azoto (NO2) prima e durante il lockdown.



Ambiente e salute dell’uomo


La pianura padana, rispetto anche al resto del territorio mostrato nella mappa, è senza dubbio la zona che colpisce di più. I livelli, notevolmente diminuiti, potrebbero aver portato grandi benefici anche per la salute dei cittadini: sempre il Crea ha stimato una diminuzione delle morti a causa dell’inquinamento. Avremmo evitato circa 1500 morti solo in Italia, e circa 11 mila in Europa (II).

Più volte si è sottolineata l’importanza della qualità dell’aria, e la sua possibile incidenza sul grado di gravità del virus. Le zone rosse, le più colpite, si trovano infatti solitamente nelle grandi città o in zone caratterizzate da distretti industriali. Ancora nessuno studio ha dato prove sufficienti per affermare la connessione tra livello di inquinamento ed incidenza del virus (IV). Tuttavia, per altre malattie al sistema respiratorio è già stato provato che l’esposizione ad inquinamento provoca un abbassamento delle difese all’interno del sistema respiratorio. Inoltre, l’inquinamento aumenta l’incidenza di diabete, ictus e asma, che contribuiscono ad occupare posti preziosi in ospedale rendendo il sistema sanitario meno efficiente.


Un sogno che non durerà per molto


Il lockdown ha portato alla diminuzione del 43% dell’inquinamento da biossido di azoto nel nostro paese. In tutto il mondo, le emissioni di CO2 sono state drasticamente tagliate, da un giorno all’altro. La natura presto si è risvegliata, dimostrando la sua straordinaria capacità di resilienza. I mari sono tornati limpidi e popolati di delfini e pesci, ci hanno lasciato quelle tristi nuvole marrone-grigiastro che ricoprivano le grandi città nei giorni senza vento.


Le emissioni mondiali di CO2 nel 2020 registreranno probabilmente la più grande diminuzione rispetto all’anno precedente. Il consumo di combustibili e la loro produzione sono scesi. Le uniche fonti di energia a non aver perso di importanza sono state le fonti rinnovabili, grazie alla loro facilità e velocità di accesso se confrontate con le altre fonti, che speso provengono da lontano e devo essere trasportate. Nel primo trimestre 2020 l’uso di energie rinnovabili è salito del circa 1.5% rispetto allo stesso periodo del 2019 in tutti i settori, e la produzione di energia da fonti rinnovabili è aumentata del 3% (VI).


Una condizione, però, provvisoria. Senza cambiamenti strutturali, questo taglio delle emissioni potrebbe portare ad una ripresa ancora più noncurante dell’ambiente. Parlando di “ritorno alla normalità”, i leader di alcuni paesi già hanno iniziato a prevedere misure più blande per la protezione ambientale. Il ministro dell’Ambiente brasiliano Ricardo Salles parla di allentare i controlli, chiede che il ministero dell’ambiente sia quello più flessibile per consentire la ripartenza. In Argentina la deforestazione è continuata anche durante la quarantena. Trump sta, già da più di tre anni, smantellando le politiche ambientali messe in atto dai suoi predecessori. Il Presidente ha revocato ed annullato oltre 60 norme ambientali, ed è in corso la revoca di 34 leggi.


Quello delle paperelle che passeggiano per le città è un sogno da cui ci stiamo già risvegliando, e ad accoglierci è un incubo dove i marciapiedi, le strade e gli oceani sono costellati di mascherine e guanti monouso. Laurent Lombard, fondatore dell'associazione Opération Mer Propre, si è immerso nelle acque di Antibes, vicino a Cannes, e ha filmato lo scempio, con un video presto diventato virale.



il "bonus monopattino"



In passato, le crisi sono state presto seguite da ritorni velocissimi ai livelli di emissioni precedenti, come ad esempio nel 2010 la ripresa aveva causato il più grande aumento annuale di emissioni di CO2. Per evitare un ritorno al passato, o ad un futuro ancora più grigio, tante misure sono state proposte e presto criticate. Tra questi, incentivi per l’uso della bicicletta, che aiuteranno forse ad impedire che le limitazioni nell’uso dei mezzi pubblici portino alla crescita dell’utilizzo di veicoli personali inquinanti. Possono richiedere il bonus, che copre il 60% della spesa fino ad un massimo di 500€, i maggiorenni residenti in numerose città italiane (elenco qui, o sui relativi siti istituzionali). Il bonus è valido per l’acquisto di biciclette, monopattini elettrici, handbike “nonché veicoli per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica (ad esempio monopattini, hoverboard e segway) o per l’utilizzo di servizi di mobilità condivisa a uso individuale esclusi quelli mediante autovetture” (così recita il DL Rilancio: testo completo sul sito della Gazzetta Ufficiale).



Quanto dureranno le acque pulite, le papere a passeggio in città? Le navi da crociera in questi mesi sono rimasta attraccate ed accese, perché farle fermare avrebbe comportato troppi danni. Gli aerei stanno ripartendo. Speravamo di cambiare, di lavorare su noi stessi, forse non è stato così. Ma siamo ancora in tempo per ricominciare in modo diverso, e più sostenibile. Abbiamo visto che la natura può riprendersi quello che era suo in pochissimo tempo. Tutti condividevano video, scattavano foto, mettevano like sui post degli animali a zonzo, mentre ora sembra tutto già dimenticato. Perché non cercare un modo per convivere? Il rischio è proprio che la smania di tornare alla normalità porti a ritornare ad un mondo ancora più inquinato. Vogliamo davvero tornare a vedere quella pianura padana tinta di rosso?

Vogliamo davvero tornare alla normalità?


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