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Pressioni e dipendenze: il lato oscuro del talento

La cronaca ha lasciato numerose testimonianze di personalità brillanti che, malgrado le loro spiccate doti, non siano riuscite a cogliere quel che meritavano o che, peggio, abbiano ceduto al peso che gravava sulle loro spalle perdendo la vita.


In ambito artistico è facile individuare figure di talento che hanno ceduto alla dipendenza da sostanze, gettando al vento la propria vita. Impressiona ugualmente il numero di sportivi che, non reggendo il peso della notorietà o di alzare il livello della loro competizione, hanno condotto una vita sregolata tristemente documentata dai giornali rosa.

Le motivazioni che spingono certe persone a cercare di eludere il peso della realtà sono complesse: una persona che mostra di aver talento in tenera età avverte spesso, per tutta la vita, un forte senso di responsabilità che imprime nella sua mente il mantra di essere costantemente la migliore versione di sé. I fortunati che riescono a superare questo primo ostacolo si ritrovano ad affrontare le aspettative e le considerazioni senza tatto del mondo esterno.

Lo scopo dell'articolo è tracciare una linea di collegamento, attraverso lavori artistici, fra la pressione che spesso il talento porta con sé e la necessità di evasione ad ogni costo. Le opere che verranno prese in analisi sono la serie TV Netflix "Bojack Horseman" e il romanzo di David Foster Wallace "Infinite Jest"


La figura più calzante in tal proposito da analizzare, nella serie TV, è quella di Sarah Lynn. Sarah è, nel mondo bestiale di "Bojack Horseman", una stella di Hollywoo(d), famosa sin da bambina per aver recitato nella sitcom "Horsin' around", che ha lanciato anche la carriera del protagonista stesso della serie Bojack.

Sarah Lynn vive una vita apparentemente da sogno: "Horsin' around" è stato un vero trampolino di lancio per lei, che, da quel momento in poi, si reinventa popstar oltre che attrice.

La realtà è tuttavia diversa: all'epoca dei fatti narrati Sarah è una donna trentenne dipendente da droghe ed alcool. I continui tentativi di affrontare percorsi riabilitativi sottolineano la sua fragilità nell'affrontare il mondo esterno e la sua mesta fine, sancita da un'overdose, ritirae con cruda precisione una bambina mai diventata donna, schiacciata da un peso che non ha mai potuto sopportare.


La pressione di dover essere sempre "al top" e tutti i sacrifici che ciò comporta non risparmia, ovviamente, neppure gli atleti. È interessante analizzare, in tal senso, la parabola discendente che David Foster Wallace disegna per Hal Incandenza, uno dei protagonisti del suo romanzo "Infinite Jest".

Scritto nel 1996, Infinite Jest è ambientato in un'America collocata in un futuro prossimo. Una delle varie cornici del romanzo è la Enfield Tennis Accademy, una fittizia accademia di tennis di fama internazionale. Hal Incandenza è un giocatore di tennis di sedici anni con davanti a sé un futuro brillante. Oltre ad essere un prodigio tennistico, egli possiede capacità intellettive fuori dalla norma: conosce a memoria lo "Oxford English Dictionary" ed è un esperto affermato di erotica bizantina (proprio così).

Per gestire la fatica immane degli allenamenti e la paura folle di perdere posizioni nel ranking nazionale Hal, come del resto una significativa parte degli studenti della E.T.A, fa uso di varie sostanze, che spaziano tra calmanti e droghe di vario ordine e genere. Gli avvenimenti del romanzo mostrano come, gradualmente,

il personaggio subisca un'involuzione che lo vede passare da uno stato di lucidità mentale e forma fisica eccellenti ad uno in cui non ha più il minimo controllo di sé. Verso la fine degli eventi Hal perde infatti coscienza di sé: ride senza accorgersene, perde senza controllo saliva e la capacità di comunicare. La parte più avanzata temporalmente, che coincide curiosamente con l'inizio del romanzo, vede il protagonista impegato in un colloquio di ammissione all'università. Preoccupata per i deludenti risultati del test di ingresso, la commissione chiede al protagonista spiegazioni. Hal, dopo un silenzio grottescamente lungo, è convinto di tenere un discorso arguto e convincente quando in realtà emette,stramazzato a terra, gorgoglii sconnessi.


La pressione che deriva dalle proprie capacità non affligge, purtroppo, solo personaggi fittizi. Per quanto sia difficilmente ipotizzabile una caduta nello stile di Hal Incandenza, la realtà riesce comunque ad incupirci con un numero impressionante di persone che sono uscite mutilate dal matrimonio con la propria fama.





Referenze

(I) Immagine presa da: Studenti.it


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